vineri, 3 decembrie 2010

L'amur.

Che cuore che batte. Che testa che strilla. Che le gambe chiedono, siediti. Che le mani vogliono andare, che le dita vogliono camminare. Voglio scrivere. Cosa non lo so. Ho solo un gran bisogno di urlare, che la vita non sempre va.
Sono una macchina che arranca. Parte, si ferma, borbotta. Ma non ci va molto più avanti di così.
Da quanto sto dormendo? Svegliami.
Fammi vedere i fiori sbocciare, e il sole delle otto del mattino, un cornetto caldo con la crema gialla.
Fammi vedere che l'amore esiste.
Fammi scoprire che sono solo mondi illusori, quelli in cui stiamo male.
Fammi scoprire, che ci si può rialzare da soli in questa vita.
Fammi ridere.
Rifammi scrivere dell'amore. Dei tuoi occhi, del tuo colore che ancora non so. E di quelle mani grandi, che afferrano le mie. E di quei tuoi capelli corti che sanno di balsamo. Fammi sentire il cuore caldo. Fammi sentire il tuo ansimare, perchè mi ami. Prendimi in braccio, fammi girare. Fammi girare la testa, e il cuore.
Fammi volare i capelli e la testa. Fammi ridere da piangere.
Ascoltami, amami.
Fammi credere che sei solo mio, il mio piccolo mondo. O il mio grande mondo.
Fammi salire sopra un faro, fammi ridere urlando che ce l'ho fatta.
Non è tutto qui.
O è tutto qui.
Non farmi credere in questa mia fragilità.
Fammi crescere, annaffiami, bevimi, consumami.
Amami.
Aiuto, amami.
DEVO URLARE,prendimi per mano.






 Chissà se i miei occhi, quando ti guardano, sono belli come i tuoi, quando guardano me.

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